Malattia sul curriculum: si o no?
Compilare un curriculum impeccabile e pieno di dettagli è imperativo categorico per cercare di ottenere un colloqui ma possono esserci casi in cui si verificano buchi nel cv che vanno giustificati oppure casi particolari che potrebbero portare ad assenze in caso di ottenimento del lavoro. Si tratta di tutti quei problemi di salute di cui molti hanno esperienza nel corso della loro vita. Come comportarsi quando si scrive un cv? E come comportarsi in caso di colloquio?
Malattia sul cv: cosa dice la legge italiana
Se si soffre di una malattia non è assolutamente obbligatorio indicarlo sul curriculum vitae; si tratta infatti di un'informazione personale e come tale non va inserita sul documento a meno che non lo si voglia fare. Solo le informazioni personali più importanti vanno inserite: nome e cognome, numero di telefono, indirizzo email ed eventuale indirizzo mentre tutto il resto può essere aggiunto o meno a discrezione personale. La malattia, rientrando tra i dati personali e sensibili, può non essere assolutamente menzionata e non esiste nessuna legge che specifichi il contrario.
Inserire la malattia sul cv: pro e contro
Posto che aggiungere informazioni sul proprio stato di salute sul curriculum è lasciato alla propria volontà, cosa succede se si decide di farlo? Come per tutte le questioni così particolari e sensibili, ci sono dei pro ma ci possono essere anche dei contro.
Pro
Si dimostra di essere onesti e aperti, capacità che le aziende furbe apprezzano e valorizzano;
Contro
Si può essere discriminati già in fase di selezione ed essere scartati a favore di candidati "sani".
Nel caso in cui si voglia rendere pubblica questa informazione, si può pensare di aggiungere un piccolo paragrafo all'interno del profilo personale dove specificare la cosa ed eventualmente indicare eventuali necessità per il futuro datore di lavoro.
Non inserire la malattia sul cv: pro e contro
Se al contrario si sceglie di tenere nascosta la propria malattia, trattandola come un dato personale e privato e dunque non necessariamente da condividere, si può andare incontro di nuovo a pro e contro.
Pro
Non specificare nulla potrebbe essere visto come un atteggiamento professionale, di una persona che non fa in modo che la propria vita personale interferisca con quella lavorativa.
Contro
Se la cosa dovesse venire fuori dopo l'assunzione, il datore di lavoro pur non essendo autorizzato a farlo a livello legislativo potrebbe trovare un motivo per chiudere il rapporto lavorativo con il candidato. E' dunque sempre meglio specificarlo in fase di colloquio di lavoro, per fugare qualsiasi dubbio ed evitare problemi.
Appartenenza a categorie protette
L'appartenenza a delle categorie protette è stabilita per legge ma la legge non impone che sia specificata sul curriculum vitae. Esistono però in questo senso delle eccezioni, per esempio nel caso in cui la selezione prediliga in primis coloro che appartengono alle categorie protette: in queste situazioni, va specificata la propria invalidità, possibilmente specificando anche il grado e la tipologia.
Malattia e annunci di lavoro
La selezione per un lavoro in Italia deve sempre avvenire in base alle competenze, per cui nessuna malattia né situazioni personali specifiche possono essere usate come elemento discriminante in fase di scelta. Ciò vuol dire che sono illegali gli annunci di lavoro dove viene specificato che il candidato deve essere sano, a meno che non si tratti di una specifica necessaria per lo svolgimento di una determinata mansione (per esempio lavori specifici di fatica); per lavori classici e non straordinari, non deve essere mai menzionato lo stato di salute dei candidati.
Un buco sul CV a causa di una malattia
Se durante la propria carriera lavorativa ci si è fermati per qualche tempo per via di una malattia ed è oggi presente un gap professionale tra un'esperienza e un'altra, è bene specificare cosa è successo.
Non bisogna farlo necessariamente sul cv ma bisogna essere pronti ad affrontare le domande in colloquio; qualora si voglia giustificare il gap sul cv, consigliamo di farlo in maniera soft e senza entrare nello specifico. Sarà la discrezione dell'azienda a capire cosa è successo. Bisogna inoltre ricordare che in fase di colloquio ci si deve dimostrare quanto più propositivi possibile, e questo implica rendersi disponibili e motivati anche e nonostante l'eventuale malattia.
Diritto ad assentarsi per malattia
Nel caso in cui tu voglia essere preparato per affrontare correttamente un cv dopo aver specificato la presenza di una malattia, ecco un piccolo vademecum da tenere a mente in relazione al diritto dei lavoratori ad assentarsi per malattia.
I dipendenti possono ad assentarsi dal lavoro per motivi di salute e ad essere retribuiti, a patto che dimostrino che l'assenza è legata a motivi di salute. La retribuzione per i privati è corrisposta dal datore di lavoro nei primi 3 giorni, mentre dal quarto giorno in poi è corrisposta dall’INPS ed è ripartita in questo modo:
- Fino al 4° giorno di malattia: 100% della paga giornaliera
- Dal 4° al 20° giorno di malattia: 50% della paga giornaliera
- Dal 21° al 180° giorno: 66,66% di paga giornaliera.
Il datore di lavoro dalla sua ha la possibilità di verificare che il dipendente sia davvero malato inviando a casa un medico fiscale che avrà il compito di accertare la malattia.
Ricorda sempre che non è tua preoccupazione comunicare la malattia sul cv o in fase di colloquio ma nel caso in cui tu venga assunto è bene essere preparati per affrontare tutte le questioni legali e burocratiche del caso.
Essere licenziati per via di una malattia
In linea di massima un datore di lavoro non può licenziare un dipendente se questo è malato, ma anche in questo caso esistono delle eccezioni. Può farlo nel caso in cui l'assenza del dipendente comporti gravi danni all'azienda ma a sua volta il dipendente può ricorrere legalmente.
Può inoltre farlo quando la malattia non è reale e dunque si tratta di un licenziamento legittimo per giusta causa.
Disabilità sul curriculum vitae
Un discorso a parte va fatto nel caso in cui si soffra di una disabilità: come bisogna comportarsi? E' necessario specificarlo sul curriculum oppure no? In Italia la legge 68/1999 prevede che i lavoratori con invalidità civile superiore al 45% abbiano un accesso privilegiato al lavoro; ciò vuol dire che specificando la propria condizione di invalidità per legge si ha diritto all'accesso privilegiato all’occupazione.
A ciò si aggiunge anche l'obbligo da parte delle aziende con più di 15 dipendenti di assumere un certo numero di persone appartenenti alle cosiddette categorie protette rispettando queste percentuali:
- 1 invalido nelle aziende da 15 a 35 dipendenti;
- 2 invalidi nelle aziende da 36 a 50 dipendenti;
- il 7% di invalidi ed un altro appartenente a categorie protette nelle aziende da 51 a 150 dipendenti;
- il 7% di invalidi e l’1% di altri appartenenti a categorie protette nelle aziende con oltre 150 dipendenti.
Ad oggi, nonostante quanto specificato sopra, non esiste una legge in Italia che obblighi una persona disabile ad inserire nel curriculum la propria condizione ma è inserirla, di fatto, potrebbe portare dei vantaggi, in special modo nel caso in cui un'azienda stia cercando una persona con invalidità.
Non è neanche obbligatorio descrivere la patologia di cui si soffre o aggiungere informazioni mediche o sanitarie ma è opportuno segnalare se la presenza di situazioni e condizioni ambientali particolari potrebbe influire sul proprio lavoro, per esempio riducendone la mobilità.
E' bene sempre esseri sinceri rispetto alle proprie necessità di salute e condizioni in relazione alla propria disabilità o invalidità ma allo stesso tempo bisogna ricordare che il datore di lavoro non è tenuto mai a chiedere informazioni personali e di salute, che rientrano nel campo della privacy e delle informazioni sensibili. Dunque, allo stato attuale, inserire o meno la disabilità sul curriculum vitae è una scelta personale, che può tornare utile per entrare di diritto tra le categorie protette ed avere un accesso più semplificato al lavoro, a patto ovviamente di avere le capacità richieste.
Per concludere
- Specificare di essere malati sul cv non è obbligatorio per legge;
- Specificare la malattia sul cv può essere controproducente ma può avere anche delle conseguenze positive;
- Una volta assunti, è bene ricordare che l'azienda non può opporsi alle assenze per malattia se giustificate;
- Un gap professionale dovuto ad una malattia può essere brevemente specificato sul cv e poi raccontato meglio a voce;
- Il licenziamento per giusta causa si applica quando la malattia non è reale ma finta.
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