Punti di forza e di debolezza nel curriculum
Scritto da Sara Reale, Autrice • Ultimo aggiornamento 15 luglio 2024

Punti di forza e di debolezza nel CV: una guida completa

Potrà sembrare controintuitivo, eppure non sono soltanto i punti di forza a definire un buon CV: anche i punti deboli possono avere il loro perché. In questo articolo, scoprirai come mai indicare un paio di debolezze può essere funzionale al colloquio, in che modo inserirle nel curriculum e come sfruttarle a tuo vantaggio.

Perché pregi e difetti sono entrambi importanti

Abbiamo sempre detto che il curriculum vitae è come un biglietto da visita: il primo e il più importante per attrarre l’attenzione di recruiter e datori di lavoro. E allora che senso ha, nel documento che deve aprire le strade al mondo del lavoro, includere difetti o debolezze? Di primo acchito, sembrerebbe un’indicazione controproducente.

Invece, se questi aspetti sono inclusi con cautela e in modo strategico, possono paradossalmente trasformarsi in un vantaggio competitivo. Qui di seguito ti spieghiamo perché, mentre nel resto dell’articolo ti spieghiamo come. 

Onestà e trasparenza 

Presentare sia i punti di forza che quelli di debolezza dimostra un atteggiamento onesto e trasparente: qualità apprezzata in qualsiasi ambito professionale.

Autoconsapevolezza e maturità

Nessuno è capace di fare tutto e nessuno è perfetto: riconoscere i propri limiti indica la capacità di vedersi dall’esterno, in modo oggettivo, ed è di per sé un pregio perché è indice di autoconsapevolezza e maturità.

Equilibrio e potenzialità di crescita

Indicare un paio di punti deboli può trasmettere un’impressione di equilibrio realistico (mentre l’eccessivo ottimismo può essere percepito come menzognero o poco concreto) e indica al contempo potenziali aree di miglioramento.

Lungimiranza in funzione del colloquio

In sede di colloquio i recruiter riservano quasi sempre una domanda ai punti deboli. Citarne qualcuno nel curriculum può essere una buona strategia per anticipare la mossa e rispondere senza esitazione. 

Tutto ciò detto, ribadiamo che l’inclusione dei punti deboli nel CV deve essere fatta con estrema cautela e in modo strategico. Vediamo come partendo dall’ingrediente fondamentale del proprio profilo: i punti di forza.

Identificare i punti di forza per il curriculum 

I punti di forza da indicare nel curriculum vitae si possono suddividere in varie categorie di competenze personali e professionali.

Esistono quelli utili per qualsiasi posizione lavorativa, equivalenti alle competenze trasversali (o soft skill) più richieste nel mercato del lavoro, e quelli utili per uno specifico ruolo, equivalenti alle competenze tecniche (o hard skill) necessarie per una determinata professione e non per altre.

I punti di forza possono poi essere legati alla personalità e al modo di essere, quindi a qualità che ci definiscono come persone nella relazione con gli altri e nella vita di tutti i giorni, non solo in contesto lavorativo. Oppure possono essere la diretta conseguenza degli studi e dell’esperienza professionale.

Un buon curriculum vitae presenta in genere un insieme ben assortito ed equilibrato di punti di forza trasversali e tecnici, qualità personali e capacità professionali. Ma la prima domanda da porsi è: come identificarli? Ecco qualche consiglio pratico.

Elenchi di competenze 

Fai un elenco delle competenze attualmente più richieste in generale (per esempio: competenze comunicative, qualità di leadership, problem-solving) e nel settore di tuo interesse in particolare.

Dopodiché, accanto a ciascuna, scrivi ‘sì’ oppure ‘no’ sulla base della tua personale esperienza formativa e professionale. 

Test di valutazione

In ambiti come le lingue straniere, le competenze informatiche e quando si parla di skill tecniche, è meglio valutare il proprio livello di competenza con dati quantitativi oggettivi, idealmente per mezzo di test appositi standardizzati.

Feedback da colleghi e collaboratori

Un altro modo per identificare i propri punti di forza è porre la domanda alle persone che ci conoscono e che hanno lavorato o lavorano con noi: colleghi, collaboratori, tutor, datori di lavoro, del presente o del passato. Purché siano professionisti competenti e di cui ci fidiamo.

Parole chiave negli annunci di lavoro

Gli annunci di lavoro sono spesso molto precisi e dettagliati. Leggili con attenzione e prendi nota delle parole chiave che indicano i requisiti richiesti: il tuo curriculum non potrà farne a meno (a patto, ovviamente, che tu ne disponga).

CONSIGLI DELL'ESPERTO:

“Qual è il tuo peggior difetto?” è ancora una delle domande più sfruttate dai recruiter… e meno amate dai candidati, soprattutto della Generazione Z (1). Il curriculum non deve certo esporre le nostre lacune peggiori, ma bilanciare i punti di forza con qualche mancanza è un ottimo esercizio anche in funzione del colloquio.

Come (e dove) evidenziare i punti di forza nel CV

Una volta messi a fuoco i punti di forza, devi inserirli all’interno del curriculum: come e dove, affinché risultino bene in evidenza? Ecco una serie di indicazioni utili. (Prima di procedere, dai un’occhiata ai nostri esempi di curriculum vitae: così vedrai come sono di norma impostate le diverse sezioni a cui qui sotto facciamo riferimento).

Sezione “Profilo personale”: solo le qualità top

Il profilo personale apre il CV e sintetizza in poche righe chi sei, di che cosa ti occupi e, appunto, quali sono i tuoi punti di forza principali: quelli che, più di ogni altro, caratterizzano la tua figura oltre a essere decisivi per la candidatura di interesse.

Sezione “Competenze”: tutte le skill in estrema sintesi

È la sezione fatta apposta per inserire l’elenco di soft skill e hard skill di cui disponi, in modo schematico ma al contempo preciso e puntuale. Non dimenticare di indicare, per ciascuna, il livello di padronanza.

Sezione “Esperienze professionali”: esempi concreti 

Il modo migliore per dimostrare di possedere realmente i punti di forza è mostrare i risultati concreti che hanno prodotto.

Come? Includendo nella descrizione dell’esperienza professionale di riferimento un dato quantitativo a supporto di una specifica competenza. (Per esempio, “riduzione del budget e dei tempi di consegna del 15% grazie a capacità organizzative, gestionali e di problem solving”). 

Nessuno è capace a fare tutto e nessuno è perfetto: riconoscere i propri limiti indica la capacità di vedersi dall’esterno, in modo oggettivo, ed è di per sé un pregio.

Identificare i punti di debolezza per il curriculum

Passiamo ora all’identificazione dei punti deboli. I suggerimenti per individuarli sono esattamente gli stessi che abbiamo indicato per mettere a fuoco i punti di forza, che riportiamo in sintesi qui di seguito.

  • Compilare un elenco puntato di competenze e chiedersi, per ciascuna, se rientra tra i plus o tra le mancanze. 
  • Eseguire dei test di valutazione standardizzati.
  • Chiedere l’opinione di collaboratori, colleghi, datori di lavoro, attuali o del passato, purché siano professionisti di cui ti fidi.
  • Leggere gli annunci di lavoro e annotare le parole chiave che indicano i requisiti.

Una competenza o un requisito mancante – per autovalutazione, esito di test o altrui opinione – corrisponde a un punto debole.

Esempi di punti deboli

Esplicitare le proprie debolezze è un po’ come infrangere un tabu, in ambito di professionale, perché siamo molto più abituati a fare il contrario. Per aiutarti a rompere il ghiaccio, ecco un elenco di difficoltà che (dichiarate o meno!) tendono a essere molto comuni.

  • Paura di parlare in pubblico: è uno dei timori più diffusi. Si chiama glossofobia e ne soffre una persona su quattro (2).
  • Inglese: tutti ahimè dichiarano di saperlo… ma quanti lo parlano bene e lo capiscono davvero?
  • Non avere dimestichezza con le nuove tecnologie: anche i tech-savvy possono avere qualche difficoltà a “stare sul pezzo”, data la quantità di aggiornamenti, app e piattaforme che emergono di continuo.   
  • Non delegare i compiti: va a braccetto con il perfezionismo, che talvolta è un ostacolo anziché un pregio
  • Evitare il conflitto: evitare non vuol dire risolvere, ma la capacità di affrontare in modo costruttivo i conflitti è piuttosto rara.
  • Difficoltà a lavorare in ambienti rumorosi: non tutti vivono bene le interruzioni continue e la confusione degli open space.

Come (e dove) citare i punti deboli nel CV

Includere i punti deboli nel CV va fatto con metodo e strategia: va bene essere onesti, ma l’obiettivo del curriculum è pur sempre arrivare al colloquio! Affinché le debolezze siano funzionali e non controproducenti, segui questi accorgimenti.

  • Cita al massimo un paio di punti deboli, non di più. 
  • Scegli dei punti deboli secondari rispetto ai requisiti richiesti dalla job application (se non disponi dei requirement principali, la candidatura non è quella che fa per te). 
  • Non mettere i punti deboli in evidenza, non citarli mai nel profilo e non usare formattazioni particolari, come grassetto o corsivo.  
  • La sezione del CV che può includerli è quella delle “Competenze”, dove puoi inserirli in coda ai punti di forza indicando un livello di padronanza base/elementare.
  • Il modo migliore di presentare i punti deboli è indicarli come potenziali ambiti di miglioramento, se in effetti stai lavorando per rimediare alla mancanza: intitola la sezione “Aree di sviluppo” o “Competenze in progress” e indica l’azione di corrispondente (corso, attività di volontariato o altra forma di apprendimento). 
  • Usa un formato di CV che consente di effettuare variazioni e modifiche facilmente (come i nostri modelli di curriculum vitae), in modo da poter fare tutte le prove necessarie.

Un approccio realistico e bilanciato 

Fermo restando che il curriculum deve presentare al meglio il tuo profilo, evidenziando innanzitutto i tuoi punti di forza, includere un paio di debolezze può essere un modo per offrire un ritratto più completo, dimostrando un approccio realistico e bilanciato. 

Affinché i punti deboli non siano controproducenti, però, occorre valutare quali inserire, dove inserirli all’interno del CV e come. Bisogna insomma procedere con metodo e strategia, come ti abbiamo spiegato nell’articolo.     

Che tu decida di impostare il CV in questo modo o meno, non dimenticare di aggiornarlo con regolarità, così che rifletta esattamente le tue esperienze e aspettative. Perché non cominciare adesso con il nostro generatore di curriculum?

Fonti:

(1) The Guardian: Gen Z struggles with job interviews. Can we really blame them?

(2) Sanità Informazione: Glossofobia: una persona su quattro ha paura di parlare in pubblico. Ecco come superarla

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Sara Reale
Sara Reale
Autrice
Sara Reale, copywriter esperta in diversi settori d’impresa, trasforma temi complessi in contenuti divulgativi e piacevoli da leggere. In ambito di HR&career, propone spunti di riflessione e consigli pratici per aiutare i professionisti a distinguersi nel mercato del lavoro.

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